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TSMC avverte il mondo: i chip fabbricati fuori da Taiwan costeranno di più

Author: Hardware Upgrade

TSMC si sta espandendo per la prima volta al di fuori dei confini taiwanesi grazie a investimenti per rendere la sua filiera geograficamente più diversificata a causa delle tensioni geopolitiche con la Cina: la società sta investendo in Giappone, Germania e Stati Uniti.

Finora, grazie a condizioni molto favorevoli, la società ha potuto praticare determinati prezzi ai propri clienti, ma la situazione sembra destinata a cambiare con lo sbarco in Occidente. Nel corso di una conference call, la società ha lasciato intendere che i chip prodotti in Europa o Stati Uniti potrebbero essere più costosi rispetto a quelli realizzati a Taiwan.

Se il mio cliente chiede di essere presente in una certa area, allora sicuramente TSMC e il cliente devono condividere il costo incrementale“, ha dichiarato l’amministratore delegato di TSMC CC Wei. “Ci imbattiamo in alcuni tipi di costi più elevati all’estero o anche di recente, l’inflazione e l’elettricità. Ci aspettiamo che i nostri clienti condividano con noi una parte dei costi più elevati e abbiamo già iniziato a discuterne con i nostri clienti”.

“Nell’attuale contesto di frammentazione della globalizzazione, i costi saranno più elevati per tutti, compresi TSMC, i nostri clienti, i nostri concorrenti e l’intero settore dei semiconduttori”, ha dichiarato il capo di TSMC.

Intendiamo gestire e ridurre al minimo il gap dei costi all’estero, in primo luogo, praticando prezzi strategici che riflettano il valore della flessibilità geografica; in secondo luogo, lavorando a stretto contatto con i governi per assicurarci il loro sostegno; in terzo luogo, sfruttando il nostro vantaggio fondamentale della leadership tecnologica produttiva e la nostra scala, che nessun altro produttore in questo settore può eguagliare”.

In passato si vociferò di prezzi superiori del 20-30% in più rispetto a quelli taiwanesi per la produzione fuori da Taiwan, ma non è dato sapere se si tratti di informazioni corrette e se valgano generalmente per tutti i chip prodotti da TSMC o solo per alcune tipologie o processi produttivi. Un analista, durante la conference call, ha ipotizzato un aumento compreso tra il 5% e il 10%, ma TSMC non si è sbilanciata.

In sintesi, realtà come Apple, NVIDIA, AMD e Qualcomm, qualora dovessero acquistare chip realizzati dagli stabilimenti TSMC negli Stati Uniti, in Giappone o in Germania, vedranno i loro costi aumentare. Secondo voi, chi sarà costretto ad accollarsi il costo di questi aumenti nel caso i produttori di dispositivi volessero mantenere invariati i propri margini? La domanda è retorica.

La scorsa settimana il governo statunitense ha annunciato sussidi a TSMC per 6,6 miliardi di dollari nell’ambito del CHIPS Act. In cambio, la società si si è impegnata ad aumentare i propri investimenti negli Stati Uniti fino a 65 miliardi di dollari e a creare un terzo impianto per realizzare chip con processi a 2 nm o più avanzati entro il 2030.

TSMC prevede un aumento dei costi di produzione anche a Taiwan, dove i prezzi dell’energia elettrica sono in aumento. Il terremoto di qualche settimana fa, il più potente cha ha colpito l’isola negli ultimi 25 anni, ha causato perdite stimate per 92,44 milioni di dollari e intaccherà leggermente i margini del secondo trimestre. Non si sono verificate interruzioni di corrente o danni strutturali agli stabilimenti di TSMC e le apparecchiature critiche, comprese i macchinari EUV, non sono state interessate. 

Author: Hardware Upgrade

TSMC si sta espandendo per la prima volta al di fuori dei confini taiwanesi grazie a investimenti per rendere la sua filiera geograficamente più diversificata a causa delle tensioni geopolitiche con la Cina: la società sta investendo in Giappone, Germania e Stati Uniti.

Finora, grazie a condizioni molto favorevoli, la società ha potuto praticare determinati prezzi ai propri clienti, ma la situazione sembra destinata a cambiare con lo sbarco in Occidente. Nel corso di una conference call, la società ha lasciato intendere che i chip prodotti in Europa o Stati Uniti potrebbero essere più costosi rispetto a quelli realizzati a Taiwan.

Se il mio cliente chiede di essere presente in una certa area, allora sicuramente TSMC e il cliente devono condividere il costo incrementale“, ha dichiarato l’amministratore delegato di TSMC CC Wei. “Ci imbattiamo in alcuni tipi di costi più elevati all’estero o anche di recente, l’inflazione e l’elettricità. Ci aspettiamo che i nostri clienti condividano con noi una parte dei costi più elevati e abbiamo già iniziato a discuterne con i nostri clienti”.

“Nell’attuale contesto di frammentazione della globalizzazione, i costi saranno più elevati per tutti, compresi TSMC, i nostri clienti, i nostri concorrenti e l’intero settore dei semiconduttori”, ha dichiarato il capo di TSMC.

Intendiamo gestire e ridurre al minimo il gap dei costi all’estero, in primo luogo, praticando prezzi strategici che riflettano il valore della flessibilità geografica; in secondo luogo, lavorando a stretto contatto con i governi per assicurarci il loro sostegno; in terzo luogo, sfruttando il nostro vantaggio fondamentale della leadership tecnologica produttiva e la nostra scala, che nessun altro produttore in questo settore può eguagliare”.

In passato si vociferò di prezzi superiori del 20-30% in più rispetto a quelli taiwanesi per la produzione fuori da Taiwan, ma non è dato sapere se si tratti di informazioni corrette e se valgano generalmente per tutti i chip prodotti da TSMC o solo per alcune tipologie o processi produttivi. Un analista, durante la conference call, ha ipotizzato un aumento compreso tra il 5% e il 10%, ma TSMC non si è sbilanciata.

In sintesi, realtà come Apple, NVIDIA, AMD e Qualcomm, qualora dovessero acquistare chip realizzati dagli stabilimenti TSMC negli Stati Uniti, in Giappone o in Germania, vedranno i loro costi aumentare. Secondo voi, chi sarà costretto ad accollarsi il costo di questi aumenti nel caso i produttori di dispositivi volessero mantenere invariati i propri margini? La domanda è retorica.

La scorsa settimana il governo statunitense ha annunciato sussidi a TSMC per 6,6 miliardi di dollari nell’ambito del CHIPS Act. In cambio, la società si si è impegnata ad aumentare i propri investimenti negli Stati Uniti fino a 65 miliardi di dollari e a creare un terzo impianto per realizzare chip con processi a 2 nm o più avanzati entro il 2030.

TSMC prevede un aumento dei costi di produzione anche a Taiwan, dove i prezzi dell’energia elettrica sono in aumento. Il terremoto di qualche settimana fa, il più potente cha ha colpito l’isola negli ultimi 25 anni, ha causato perdite stimate per 92,44 milioni di dollari e intaccherà leggermente i margini del secondo trimestre. Non si sono verificate interruzioni di corrente o danni strutturali agli stabilimenti di TSMC e le apparecchiature critiche, comprese i macchinari EUV, non sono state interessate. 

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