immobiliare

Cina, Country Garden non pubblica il bilancio. Sospesi i titoli in Borsa

di Redazione Economia

Country Garden ha annunciato di «non essere in grado di pubblicare il bilancio 2023» entro fine mese, avendo la necessità «raccogliere più informazioni per le stime contabili appropriate». E in un file alla Borsa di Hong Kong, il colosso immobiliare privato cinese, finito in default e su cui pende una richiesta di messa in liquidazione, ha spiegato che i titoli saranno sospesi dalle contrattazioni «dalle ore 9 del 2 aprile». Il board, a tal proposito, ritiene che la mossa «non avrà un impatto materiale» sulle operazioni che vedono la consegna di case sul fronte domestico e la ristrutturazione del debito offshore «nel normale processo».

Lo sviluppatore

Lo sviluppatore con sede a Foshan, che nel 2022 ha registrato il suo primo esercizio in perdita per 850 milioni di dollari Usa, dalla quotazione alla Borsa di Hong Kong, nel 2007, ha spiegato che «ha bisogno di raccogliere più informazioni per fare stime e giudizi contabili appropriati e ragionevolmente riflettere i cambiamenti nel settore». Il revisore dei conti di Country Garden è PricewaterhouseCoopers, la cui affiliata cinese ha sottoposto ad audit la principale attività onshore di Evergrande, finendo nel mirino nelle scorse settimane con l'accusa di aver sopravvalutato le entrate del gruppo di Shenzhen di circa 78 miliardi di dollari in due anni.

Escalation della crisi

Il potenziale ritardo dell'approvazione dei conti 2023 suggerisce che la crisi di Country Garden stia entrando in un nuovo capitolo dopo che l'Alta Corte di Hong Kong ha ricevuto un'istanza da un credito di messa in liquidazione della società. Il gruppo era considerato positivamente come relativamente solido rispetto alla crisi immobiliare che sta appesantendo l'economia del Dragone: tuttavia, a ottobre è andato in defualt sul suo debito in dollari, mancando una scadenza di interessi da 15 milioni di dollari, mentre questo mese ha mancato per la prima volta anche il pagamento di una cedola su un bond in yuan, per l'equivalente di circa 12 milioni di dollari Usa, per il quale ha un periodo di grazia che scade ad aprile per evitare il default.

L’allargamento 

Nubi intanto si addensano intorno a Vanke, promotore immobiliare parzialmente controllato dalla municipalità di Shenzhen, che l'anno scorso era stato il secondo maggiore operatore cinese in termini di vendite. La società ha annunciato una caduta dell'utile del 46% a 12,16 miliardi yuan (circa 1,5 miliardi di euro). Evergrande considerato lo sviluppatore più indebitato al mondo con oltre 300 miliardi di dollari di passività, accusato di avere gonfiato le sue entrate negli anni precedenti al suo collasso, ha intanto annunciato alla Borsa di Hong Kong il ritiro della richiesta di protezione del credito nell'ambito del Chapter 15 negli Usa in relazione al debito offshore della compagnia. «Considerato che non si prevede che i Piani procedano nella loro forma attuale a seguito della nomina di liquidatori solidali per la Società, i liquidatori solidali comprendono che i consulenti legali degli ex rappresentanti esteri della Società, SJ e Tianji, hanno depositato documenti presso il tribunale degli Stati Uniti per ritirare le rispettive richieste del Capitolo 15 della Società», si legge nella nota. Vengono tuttavia lasciate «aperte tutte le opzioni» e ci potrebbe essere la presentazione di nuove domande ex Chapter 15 nel caso in cui verrà ritenuto «necessario o appropriato».

I crediti inesigibili

Le gravi difficoltà nel settore immobiliare che ha forte necessità di credito si fanno intanto sempre più sentire sulle quattro principali banche statali cinesi, che hanno segnalato collettivamente un aumento dei crediti inesigibili totali nel 2023, proprio a causa della crisi del comparto.
Industrial and Commercial Bank of China (Icbc), Bank of China (Boc), China Construction Bank (Ccb) e Agricultural Bank of China (Abc) hanno riferito che il totale dei loro prestiti in sofferenza ha raggiunto 1.230 miliardi di yuan (157 miliardi di euro) nel 2023, in aumento del 10,4% rispetto a 1.117 miliardi di yuan (143 miliardi di euro) nel 2022. Al momento, dichiarano gli istituti, l'aumento dei crediti inesigibili non tocca i loro profitti perché hanno fatto accantonamenti abbondanti e stanno intensificando i controlli del rischio nei prestiti agli sviluppatori immobiliari.
I crediti inesigibili ai promotori immobiliari sono saliti a 183,9 miliardi di yuan (23,5 miliardi di euro) nel 2023, da 180,1 miliardi di yuan (23 miliardi di euro) nel 2022, con Ccb e Abc che hanno segnalato aumenti rispettivamente del 43,31% e 1,25%. Icbc e Boc hanno riportato un calo rispettivamente dell'8,03% e del 13,93%.

L’edilizia

I crediti inesigibili per l'edilizia - come denaro prestato a società di materiali da costruzione o di servizi immobiliari - sono balzati tra i quattro istituti di credito del 38,38% a 33,5 miliardi di yuan (4,3 miliardi di euro) nel 2023 rispetto all'anno precedente, con Icbc, Boc, Ccb e Abc che hanno segnalato un aumento di 87,38 %, 51,34%, 22,06% e 16,2%, rispettivamente.
Icbc, che ha registrato un aumento totale dei crediti inesigibili del 10% a 353,5 miliardi di yuan (45 miliardi di euro) nel 2023, ha affermato che «tutti i principali parametri della qualità degli asset nel 2023 rientrano in un intervallo sano e mostrano stabilità e miglioramento». Abc, che ha registrato un aumento del 10,96% rispetto a un anno fa nei crediti inesigibili a 300,8 miliardi di yuan (38,4 miliardi di euro) nel 2023, ha attribuito la maggior parte di questi a promotori immobiliari e debiti del governo locale.

Iscriviti alle newsletter di L'Economia

Whatever it Takes di Federico Fubini
Le sfide per l’economia e i mercati in un mondo instabile

Europe Matters di Francesca Basso e Viviana Mazza
L’Europa, gli Stati Uniti e l’Italia che contano, con le innovazioni e le decisioni importanti, ma anche le piccole storie di rilievo

One More Thing di Massimo Sideri
Dal mondo della scienza e dell’innovazione tecnologica le notizie che ci cambiano la vita (più di quanto crediamo)

E non dimenticare le newsletter
L'Economia Opinioni e L'Economia Ore 18

29 marzo 2024